L'editoriale
OTTIMISMO VERSO PESSIMISMO
31 Luglio 2025 - Marcello Fumagalli
Non ricordo chi lo scrisse, ma mi ricordo bene l’articolo che apparve in un famoso quotidiano sull’ottimismo incosciente in contrapposizione al pessimismo realistico. Entrambi sono atteggiamenti che offrono visioni molto diverse del mondo. Molti pensano che l’ottimismo incosciente è quel sorrisone che non si arrende, anche quando tutto sta cadendo a pezzi. L’espressione non è guidata dalla realtà, ma dalla speranza pura e può essere motivante… o totalmente disastrosa se ignora i pericoli. Mentre il pessimismo realistico è lo sguardo lucido che vede il mondo com'è ... imperfetto, complicato, spesso duro. Non si lascia abbindolare da illusioni, ma può diventare un freno se non lascia spazio alla possibilità di miglioramento. I due stati sono come scegliere un filtro con cui guardare la vita. Ma quale è il modo migliore? Forse la risposta non sta nell’estremizzazione, ma nel “realismo speranzoso” ovvero vedere le cose per come sono … senza smettere di credere che si possa migliorare. L’ottimismo non è solo quindi un sorriso appiccicato al volto, ma uno stato mentale con effetti concreti e misurabili nella vita quotidiana. Rispetto al pessimismo il primo vantaggio è la resilienza mentale permettendo agli ottimisti di gestire meglio lo stress e a riprendersi più rapidamente dai momenti difficili aumentando la motivazione. Vedere possibilità anziché ostacoli incoraggia l'azione e l'impegno, anche davanti a fallimenti. Chi ha un atteggiamento positivo spesso ispira fiducia e apertura negli altri, migliorando i rapporti sociali. Studi hanno collegato l’ottimismo a una migliore salute cardiovascolare, sistema immunitario più forte e vita più lunga. In ambito lavorativo o scolastico, l’ottimismo può migliorare concentrazione, creatività e capacità di “problem solving”. Gli ottimisti sono più inclini a cercare soluzioni e adattarsi, anziché rassegnarsi o evitare il problema. Ovviamente, troppo ottimismo può sfociare in ingenuità, ma quando è equilibrato da realismo pessimista, diventa un superpotere. Le radici psicologiche dell’ottimismo e del pessimismo affondano in diversi aspetti della nostra mente e della nostra esperienza di vita. Gli ottimisti tendono a spiegare gli eventi negativi come temporanei e circoscritti e questo stile di pensiero proteggerebbe l’autostima e favorendo la resilienza. Temperamento e genetica giocano anch’essi un ruolo importante nella scelta per l’ottimismo che può avere una componente ereditaria, legata alla regolazione emotiva e alla dopamina. Un ambiente sicuro, incoraggiante e affettuoso può favorire lo sviluppo di una visione positiva del mondo. Il pessimismo ha origini in coloro che tendono a vedere gli eventi negativi come permanenti e pervasivi. Questo può portare a impotenza e depressione. Crescere in ambienti instabili, giudicanti o privi di supporto può generare una visione più cupa della realtà noto per essere il cosiddetto “pessimismo difensivo” .... una strategia per prepararsi al peggio e proteggersi da delusioni. Può essere utile in certi contesti, ma limitante se diventa una strategia fissa. In momenti storici o ambienti dove prevale l’incertezza, il pessimismo può sembrare una forma di realismo prudente. Ottimismo e pessimismo non sono solo tratti della personalità, ma anche modi di interpretare la realtà. La buona notizia? Con consapevolezza e allenamento mentale, possiamo imparare a vedere le cose in modo più equilibrato.