"Se qualcosa ci ha insegnato la pandemia, dobbiamo tener conto che noi abbiamo delocalizzato molta della produzione: eravamo i primi al mondo nella chimica, oggi le materie prime ci arrivano in larga misura dall'estero. Quindi, forse, quello che si chiama con un anglicismo 'reshoring', riportare in patria alcune produzioni, sarà opportuno. E nel medio-lungo periodo anche il nostro Paese deve confrontarsi con queste esigenze". A sottolinearlo è stato Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa, che intervenendo su 'Sky Tg24' ha affrontato il nodo delle carenze di medicinali, sotto i riflettori in questi giorni. "Non c'è un allarme reale”, sostiene. “Direi che in larga parte è una distorsione comunicativa. I farmaci di cui c'è una vera carenza, tra i 3.197 che l'Aifa mette sul sito", inclusi in un elenco che viene aggiornato costantemente, "sono 30. Di 300 che importiamo dall'estero, 30 sono realmente essenziali. La maggior parte sono farmaci di cui non c'è più la produzione, che non sono in commercio, ma quasi tutti hanno un equivalente o un'alternativa terapeutica. Quindi ci tengo a dire che si tratta forse di una comunicazione non perfetta, un po' distorta, nel senso che ci vuole un dialogo importante tra medici, farmacisti, associazioni di categoria".
L'Aifa, ricorda Palù, "cura il Tavolo tecnico delle indisponibilità e questo è stato attivato con i referenti istituzionali". Per esempio "è successo nel caso del Covid". L'Italia, tiene a precisare il presidente di Aifa, "è un passo avanti alle altre nazioni europee, soprattutto per quanto riguarda la regolazione e la carenza dei farmaci, c'è un'alta professionalità tra i dirigenti" dell'Agenzia. E "c'è una pagina in costante aggiornamento sui farmaci attualmente carenti che può essere regolarmente visitata da medici, professionisti, farmacisti. Quindi io non mi preoccuperei. Non c'è un allarme reale", ribadisce. E sulla decisione del ministro Schillaci di disporre un tavolo di lavoro permanente sull'approvigionamento dei farmaci, il presidente Aifa, non ha dubi: "Credo abbia fatto benissimo" per definire la reale entità del fenomeno delle carenze e indicare proposte risolutive, "perché è il suo compito ovviamente. La gente va in farmacia, non trova i farmaci a cui era abituata" e "c'è stata da parte dei cosiddetti portatori di interesse istanza al ministero della Salute, che è il primo attore. Quindi il ministro si è preoccupato" di attivarsi "e credo che quello che ne uscirà sarà appunto una maggiore informazione". [ADNKronos]