L'editoriale
Corsi e ricorsi
31 Agosto 2023 - Marcello Fumagalli
Molti sono convinti che gli “eventi” della nostra vita siano, in gran parte, la conseguenza di una costante e incessante ricorrenza. Il continuo ritornare ci sembra un “dejà vu” con accadimenti, all’apparenza, molto simili l’uno con l’altro. Il fatto non avverrebbe per caso bensì seguirebbe un preciso e predeterminato percorso che si presenterebbe con le medesime modalità anche a distanza di molto tempo e secondo una certa frequenza. La convinzione è conosciuta come “teoria dei corsi e ricorsi” che il filosofo Giambattista Vico affermò alla fine nel XVII secolo credendo che tutto dipendesse dal disegno della “divina provvidenza”. Abbandonando l’idea teologica della “divina provvidenza” ciò che ci appare periodico è invece effetto di un inganno del nostro modo di “confezionare” il pensiero e su come siamo fatti e, soprattutto, su come elaboriamo le nostre “sensazioni”. Studiando noi stessi scopriamo la predisposizione del nostro essere a rifugiarsi nelle “certezze” proprio perché conosciute e vissute. Tutto ciò ci porta ad interrogarci sulla storia nel senso più ampio che si possa pensare e sul progresso di cui facciamo parte. Per spiegare, almeno in parte, la “teoria” oltre a quanto appena detto sulla nostra natura mi verrebbe la voglia di usare una metafora, sebbene, pensandoci molto mi ricorda che può calzare solo in parte. In ogni caso la metafora a cui vorrei fare riferimento riguarda l’arte del cucinare e quindi delle ricette dove gli ingredienti di base sono ricorrenti facendo sì che le partenze siano più o meno tutte uguali …. olio, aglio, soffritto, spezie, sale e pepe ….per poi differenziarsi in ciò che cuciniamo….carne, pesce, verdure …. o altro. Forse la virtuale cucina, dove il nostro pensiero nasce, ha degli elementi di base a disposizione che da indifferenziati acquisiscono successivamente una singolarità. Forse mi è venuta questa metafora solo perché devo andare a cucinare come è successo ieri, l’altro ieri e così i giorni prima.