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editoriale

L'editoriale

Dell'Ipocrisia

03 Gennaio 2023 - Marcello Fumagalli

Amo il freddo lo preferisco al caldo che mi da solo fastidio.

Stamane l’ispirazione a scrivere proviene da molti ricordi, dai miei “amici” di vita, dai conoscenti che oggi occupano uno “spazio” preciso nel nostro mondo digitale e per i quali si dovrebbe coniare un neologismo capace di identificarli tra i conoscenti virtuali, i conoscenti “amici” di una volta e gli amici veri.

Al di là di questa apertura, apparentemente confusa, vorrei affrontare il tema che un “conoscente”, del cosiddetto “web”, ha posto come primo dilemma del 2023: l’ipocrisia.

Sull’ipocrisia si potrebbe parlare per ore e non possiamo dire che sia una nuova o sconosciuta tendenza umana.

Certo però è che chi parla o agisce con ipocrisia colpisce sempre meravigliando tutti nell’ostentazione della sua falsa devozione o amicizia espressioni del “pernicioso” malanimo.

Nella fattispecie mi riferisco ai fatti e alle “dure” parole che come un fiume impetuoso sono spese parlando di chi in vita inciampa, anche ingiustamente, in fraintendimenti o problemi di vario tipo e che appena ci “lascia” si trasformano in buone qualità, buoni sentimenti, buone intenzioni.

Perché è così diffuso tale vizio?

Mah! Non so darmi una spiegazione se non quella del giudizio superficiale senza i giusti e corretti approfondimenti. Una sorta di ignoranza malvagia frammista a sentimenti dell’essere delle caverne. L’ipocrisia del cavernicolo si svelava dopo l’uccisione del suo rivale al quale sottraeva qualità e forza cibandosi del suo cervello e delle sue carni.

E va beh!

L’altra doppiezza è l’appello “buonista” per l’aiuto ai disereditati, ai poveri assoluti del mondo. In tal senso mi ricordo il volo in elicottero che, chi mi ospitava, mi portò a fare sulle “favellas” di San Paolo.

Da quel volo scesi incredulo!

Così la povertà di Mumbai con le sue “case” di cartone, di lamiera e di mattoni nei casi più fortunati.

Continuiamo a banchettare sprecando tanto di quel cibo che se fosse dato ai “signori” di quell’inferno in terra gli procureremmo uno stato di timore per tanta abbondanza!

Siamo ipocriti e chiacchieriamo troppo!

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