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L'editoriale

Sol stitium

26 Dicembre 2021 - Marcello Fumagalli

Due parole latine che, una volta unite, descrivono il cammino del Sole e il suo apparente arresto.

Il solstizio di questi tempi è quello invernale dove fa da padrone l’inizio dell’inverno e la durata del giorno ……. la più corta dell’anno.

Nel medesimo giorno ciò che finisce è l’inizio dell’altro e così gradualmente le giornate si allungheranno fino a raggiungere l’altro culmine …. quello del solstizio estivo. La luce, all’epoca, conferirà la più lunga illuminazione al nostro mondo e il ciclo riprenderà.

In antichità il “solstizio invernale” era vissuto in chiave religiosa con il Sole esaurito nella sua forza e potenza, per poi apparire improvvisamente rinascere e diventare invincibile. I romani proprio nei giorni attorno al 25 dicembre festeggiavano il “Sol invictus”, mentre gli Egiziani la nascita di Horus, i Siriani quella di El Gabal, i Greci quella di Helios riproponendo tradizioni ancor più antiche.

Ancor prima le popolazioni primitive onoravano, con riti misteriosi e leggendari, l’accadimento seguendo un “credo magico” scintilla dalla quale nacque la volontà e la determinazione di sigillare l’astrale evento nei secoli. Sorsero così monumenti megalitici simili ai templi di culto del tempo di mezzo e alle nostre cattedrali. Il buio e la luce divennero la fine e l’inizio, l’alfa e l’omega “custodi” di fantastici significati della natura spirituale e leggendaria.

In questo scenario nasce il principio alchemico della “nigredo” seguito da quello dell’“albedo” quale esplosione di luce segno della ripresa della vita e della sua ciclicità.

La odierna festività del Natale, per le popolazioni precristiane, altro non era che la celebrazione del “solstizio d’inverno” metafora della trasformazione, della speranza, della discesa dell’“Ain sof aur” o luce totale capace di promettere un futuro. La civiltà romana nel tempo fece coincidere la nascita di Gesù con la festa del “Sol invictus” mutandola nella festività del Santo Natale.

La nascita di un bimbo, in una terra sperduta, divenne la testimonianza della grandezza del Sole e della sua invincibilità. Il culto solare è senza dubbio l’inno all’Uomo …….uno come tanti miliardi e al contempo unico e irripetibile.

 

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