L'editoriale
Wonderful books
14 Ottobre 2020 - Marcello Fumagalli
In questi tempi i libri letti si sono moltiplicati e fra questi alcuni sono stati più apprezzati di altri. Scritti unici, compilati da sconosciuti autori alla gran parte dei lettori, come in una magica combinazione sono riaffiorati per opera di “ostinati cercatori di tesori”. Testi creduti persi come il “De Rerum Natura” di Lucrezio è in tal modo riapparso dalle impolverate scaffalature di una biblioteca di uno sperduto monastero tedesco. Poggio Bracciolini, l’Indiana Jones moderno, con la sua sensazionale scoperta ha permesso che il testo da manoscritto si trasformasse in un libro stampato. Oggi pochi possono godere dell’edizione originale del 1512; un libro che all’epoca alimentò un fiorente movimento culturale per poi scivolare in un altrettanto moto di condanna e di messa al bando per eresia. A quei tempi tutto ciò che non era compreso era considerato frutto della magia e quindi del demonio. Così il libro sparì di nuovo. Ma di meravigliosi libri ce ne sono un’infinità e non necessariamente risalgono ai classici o a testi medioevali o rinascimentali. Personaggi come Albrecht Durer, abilissimo incisore, inventore dell’acquaforte, ha stimolato, con la sua celeberrima “Melanconia I”, molti critici d’arte a loro volta validissimi scrittori capaci di affascinare i lettori con le interpretazioni più speculative dei messaggi occulti dell’opera. Illustri luminari come Carl Gustav Jungh furono sublimi interpreti delle opere iconografiche e simboliche del pensiero esoterico alchemico e ne divennero importanti divulgatori. Alzo lo sguardo e godo della visione dei miei libri e come in un film scorrono i titoli di ognuno di essi ai quali è sempre legata una storia anche, in alcuni casi, attualizzabile. Una mia piccola scoperta mi rende felice …… non ricordavo di avere il testo di Lodovico Settala tradotto da Alessandro Tadino dal titolo: “Avertenze nella preparazione dei medicamenti” …. un’opera dedicata al “confezionamento” dei rimedi per la peste. Entrambi milanesi, Settala maestro di Tadino, suo primo assistente, sono stati citati dal Manzoni nei “Promessi sposi” e lodati per le loro qualità di medici e di esperti spezieri poste a disposizione della popolazione milanese durante la “pestilenza” del 1630. Oggi, Milano ha dedicato due strade ad entrambi. E così potremmo andare avanti scoprendo altre meraviglie o scriverne altrettante in cui si possano svelare i contenuti di opere che fino ad oggi hanno solo occupato una posizione nei fondi bibliotecari. Abbiamo tanto tempo di fronte …. l’alieno virus non vuole abbandonarci!