L'editoriale
Fraternità
01 Dicembre 2019 - Marcello Fumagalli
Alle volte il titolo che scelgo mi procura una certa difficoltà nello scrivere! Quanto si potrebbe dire sulla “fraternità” senza correre il rischio di essere banale? Il principio, raccontato dalla “fraternità”, nel tempo, ha acquisito una funzione d’emblema dello spirito di appartenenza espressione del senso profondo dell’animo di tutti coloro che, in nome di una “fede”, di una adesione ad un “ordine”, confraternita o “collegia”, sono stati capaci di esprimerlo e mantenerlo vivo. La comprensione del sentimento ha assunto, pertanto, molteplici “vesti” tutte esibenti l’orgoglio di partecipazione e di passione verso la coscienza di condivisione di origini ed interessi comuni. Le congregazioni corporative medioevali degli addetti alle singole Arti & Mestieri furono il primo esempio dell’applicazione della sensazione d’unione fraterna radunando uomini e sapere per assicurare una difesa di una cultura e per tramandarla nel futuro. La profonda emozione originata dalla “fraternità” mi spinge ad un “amarcord” struggente in cui mi vedo seduto fra i banchi di “scuola” inconsapevole del fatto che alcuni di quegli incontri sarebbero diventati affetti simili a quelli esistenti tra i fratelli di sangue. Il ritmo frenetico della vita, soprattutto oggi, ci procura la perdita della consapevolezza di certi valori che affiorano prepotentemente nei momenti più difficili della vita imponendoci di riflettere sull’importante ruolo della “fratellanza” nel configurare uno spazio ove rifugiarsi per non sentirsi mai soli. Ogni domenica …… in fondo alla piazza …… di fronte alla maestosa cattedrale di Notre Dame de Paris …… un gruppo di abili “maestri architetti” si ritrovava per guardare verso il “punto di fuga” al fine di impartire gli ordini agli adepti per una costruzione perfetta ammantata dai segreti dell’affiatamento della “fratellanza”.