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L'editoriale

ALL’INSEGNA DEL VECCHIO USIGNOLO

28 Febbraio 2025 - Marcello Fumagalli

Dispersi nelle terre della Lomellina, dopo un lungo peregrinare alla ricerca di osterie di campagna, ci siamo imbattuti in un’insegna scolorita e anche un po’ arrugginita .... “Osteria Al vecchio usignolo”.

Appena vista ci siamo detti: “Meno male abbiamo trovato un posto dove non ci diranno che tutto è prenotato”!

Invece abbiamo avuto solo fortuna .... solo un tavolino era ancora disponibile!

L’ingresso al locale ci ha donato immediatamente la sensazione di un luogo sperduto in uno scenario di altri tempi. Facce rugose e occhi nascosti da berretti ingialliti dal sudore, ci guardavano come se fossimo marziani. Per arrivare alla sala da pranzo abbiamo dovuto attraversare tutto il “bar” seguendo una bionda la cui espressione somigliava ad una smorfia di compiacimento .... come a dire: “E anche oggi appenderò il famoso avviso di Completo”.

Una volta seduti, ma ancora sconcertati dalla faticosa rincorsa di “un’osteria della malora”, l’attenzione è andata ad un piccolo cartello nel quale si pregava i clienti di prenotare per … chi avesse voluto pranzare nel fine settimana o in occasione delle canoniche festività.

La bellezza di questi posti è che non esiste un menù scritto con i relativi prezzi, non si conoscono gli allergeni, mancano le bottiglie dell’olio e dell’aceto assieme al sale e al pepe sul tavolo … che invece mi sembra siano un obbligo dettato dall’Europa. La nostra sconvolgente “maitre de salon” ha subito mostrato una memoria addestrata raccontandoci, in forma telegrafica, un seducente elenco di piatti che ci ha imposto di dare una risposta fulminea sebbene la nostra testa fosse inondata dall’abbondante salivazione da affamati.

Il bello è avvenuto in seguito quando tutti i tavoli sono stati occupati. Con la mia maleducata indiscrezione mi sono ritrovato ad osservare i diversi personaggi, il loro modo di vestire, di mangiare, di scegliere la posata più adatta per gustare meglio il proprio menù senza usare le mani.

Così ci siamo persi a fissare chi ci stesse attorno nella speranza di scoprire i loro segreti di vita.

Un’umanità variopinta, un’umanità senza troppe pretese ... abituata “All’osteria del vecchio usignolo” unico locale in quel paesino ai bordi tra la Lomellina e l’inclita città di Pavia dove l’anima del grande chimico aleggia da almeno duecento anni.

Nightingale .... Sairano ... Brugnatelli e ... i Maestri di vita .... saranno sempre là.

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