The editorial
Emporium
30 September 2024 - Marcello Fumagalli
La parola ha un’origine antica e sempre ha evocato un’attività commerciale! Visitando i villaggi di montagna può accadere, ancora oggi, di incontrali in sfregio agli impersonali centri commerciali delle città. La bellezza di questi luoghi ci accompagna da quando eravamo ragazzini e la memoria olfattiva ci permette di rivivere momenti fantastici. Già dall’esterno si poteva sentire tutti gli odori e le fragranze della “genuinità” transitando dall’odore del detersivo in polvere … che stava facendo capolino nel mercato … soppiantando il mitico sapone di Marsiglia … alle fragranze dei sacchetti di lavanda per i cassetti della biancheria. Ma gli odori e i profumi non si fermavano e così l’odore dell’inchiostro della carta stampata si miscelava con la “fragranza” della legna e del pane appena sfornato piuttosto che del latte appena munto e di tanto altro. Altri tempi! Oggi i “bazar” cinesi piuttosto che quelli arabi si avvicinano all’idea del mitico “negozio multipurpose”, ma non saranno mai ciò che abbiamo vissuto nei nostri villaggi montani. Ma il peggio della trasformazione sono gli “empori virtuali” dei faccendieri moderni dove si può trovare di tutto per pochi o tanti dollari. Ciò che vendono alle volte ha provenienza dubbia e ignota sebbene se si volesse approfondire con un “finger printing” si potrebbe scoprire l’originale provenienza. I signori del moderno emporio sono come le formiche in un formicaio …. sempre attivi e credono che la loro frenetica vita possa nascondere ciò che nel retrobottega hanno “impacchettato”. Quello che manca in questi “empori” sono gli odori e le fragranze mentre sono abbondanti i fetidi effluvi sulfurei testimoni della natura di chi li gestisce. E così mentre passavo …. con il mio “carro armato” … come è stato definito … per viuzze strettissime … la voce di un vecchio gestore mi avvertiva che il villaggio era praticamente deserto …. ma che aveva ancora il suo sano “Emporio”.